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    Provenza, tra profumi e arte

    2021-04-28 12:00

    Sara

    Europa, provenza , arles, camargue, van gogh, cezanne,

    Provenza, tra profumi e arte

    Certi luoghi evocano profumi, ricordi di un odore inebriante che ti entra dentro e che risveglia sensazioni piacevoli, ricordi di un mondo delicato.

     

    PROVENZA

     

     

     

    Certi luoghi evocano profumi, ricordi di un odore inebriante che ti entra dentro e che risveglia sensazioni piacevoli, ricordi di un mondo delicato, bello come un’opera d’arte. Perché non cambia nel tempo, ma il suo fascino cresce sempre di più, man mano che passano gli anni.

    Ecco cosa mi viene in mente al pensiero del mio viaggio in Provenza, un’esplosione di profumi.

    Cominciamo dal principio: siamo in otto, la nostra famiglia e quella dei nostri amici, soliti compagni di viaggio. Siamo partiti la mattina del 4 agosto all’alba con direzione Gole del Verdon.

     

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    Dopo un viaggio di circa 6 ore, arriviamo a destinazione. Ci troviamo di fronte a una spaccatura di 25 chilometri che crea il canyon più impressionante d’Europa. Un panorama da togliere il fiato, ricco di punti di osservazione e di attività sportive da praticare per gli esperti e non: trekking, arrampicata, canyoning, rafting, canoa. Purtroppo non abbiamo tempo di farne nessuno perché ci attendono altre tappe, ma

    ci fermiamo in alcuni punti panoramici a scattare foto che sembrano cartoline. Alla fine ci fermiamo sulle rive del lago Sainte-Croix per qualche ora di relax. Pranzo al sacco e un bel tuffo nelle acque azzurrissime del lago, dove è possibile affittare un pedalò. Decidiamo però di goderci la vista dalla riva, prima di proseguire per terminare la giornata nel B&B prenotato.

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    Il giorno successivo ripartiamo alla volta di Roussillon, paesino del Luberon famoso per il colore rosso delle sue rocce. Prima di visitarlo però ci fermiamo al Sentiero delle Ocre. Ci troviamo immersi in una meravigliosa valle vecchia di milioni di anni che esplode in un tripudio di colori: sono presenti tutte le sfumature del rosso, arancione e giallo che spiccano in questo angolo di terra così speciale e unico.

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    Una leggenda racconta che il suo colore è dovuto al sangue della bella Sirmonde, che si suicidò buttandosi dalle falesie dopo che il marito Raymonde d’Avignone uccise il suo amante, un trovatore provenzale.

    Abbiamo percorso il sentiero a piedi immersi in queste formazioni rocciose dalle forme così particolari ed è stato come entrare in un altro mondo: un mondo più allegro, colorato, che ci ha conquistati tutti, adulti e bambini. E sono proprio loro che si sono divertiti di più, dopo aver toccato e giocato con la terra d’ocra ed essersi sporcati di rosso dalla testa ai piedi!

    Pranziamo in paese, che con i suoi edifici rossi sembra fondersi con il paesaggio circostante.

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    Prossima tappa: l’Abbazia di Senanque, un’abbazia cistercense che si trova a pochi chilometri da Gordes. Il nome deriva dal celtico e significa “gola paludosa” e fu fondata da alcuni monaci nel 1148. E’ uno dei simboli della Provenza, famosa anche per il suo bellissimo campo di lavanda che la rende uno dei luoghi più fotografati della zona. Anche noi scattiamo alcune immagini, anche se purtroppo la lavanda in questo periodo dell’anno sta già sfiorendo, ma resta comunque un luogo antico, ricco di fascino e suggestivo.

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    Proseguiamo e visitiamo Gordes, tipico paesino provenzale dove è stato girato il film “Un’ottima annata” con Russell Crowe. Passeggiamo per le vie del centro storico, ed è come essere immersi in altri tempi, mi sembra quasi di tornare indietro di un secolo e trovarmi in quei famosi paesini descritti così tanto bene dagli artisti impressionisti nei loro quadri.

    Prima di cena ci fermiamo al Museo della Lavanda. Essendo agosto, la fioritura della lavanda è già passata ma proprio qui, tra una sala e l’altra del museo, mentre scopriamo le tecniche antiche e nuove di estrazione di quel profumo così delizioso, io e la mia amica decidiamo che è il momento di tentare il tutto e per tutto. Ci informiamo e scopriamo che salendo di altitudine, con clima quindi più fresco, è forse ancora possibile poter ammirare la lavanda in fiore. Bellissima notizia! Sbirciando in internet, scopriamo che a Sault potrebbe esserci qualche campo ancora lilla!

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    Il giorno seguente partiamo di buon mattino e dopo circa un’ora arriviamo: davanti a noi ecco apparire non uno, ma ben due campi di lavanda in fiore. Che visione! Il secondo poi è un’esplosione di viola, come ormai non speravamo più di trovare. Immenso, con file e file interminabili di lavanda, come nelle centinaia di foto viste in internet. Facciamo scatti in tutte le direzioni, in tutte le posizioni per imprimere al meglio nella memoria questo posticino così isolato e così stupefacente. Il profumo che emana è qualcosa di meraviglioso, indescrivibile e camminare tra le file di questi coloratissimi fiori è come vivere in una poesia. Assolutamente fantastico.

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    Non so quanto tempo ci fermiamo qui ma senza fretta riprendiamo il nostro tour che ci porta in un altro luogo memorabile: Saint Remy e il manicomio dove ha vissuto per un periodo Vincent Van Gogh.

    Ci sono luoghi che evocano emozioni, di quelle che non sai spiegare, che però non dimentichi più. Arrivando al manicomio, completamente immerso nella campagna provenzale, devi lasciare da parte ogni altra cosa che hai visto fino a quel momento: ha un alone sacro, ma al tempo stesso spaventoso per la storia che ha avuto. Esiste ancora una casa di cura, attigua e ovviamente separata da quella storica attualmente visitabile, ma se ne sentono in lontananza le voci e questo crea un’atmosfera di rispetto e di silenzio intorno, perchè sembra quasi di disturbare i pazienti nella loro quotidianità.

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    Entrando, si percorre un sentiero dove si incontra una statua che riproduce il famoso artista, oltre alla riproduzione di alcuni suoi famosi dipinti. Vincent ha continuato infatti a produrre opere d’arte anche durante il suo ricovero, spesso in maniera febbrile, come era solito fare. C’è poi il chiostro, bellissimo e rigoglioso e infine salendo al primo piano si può vedere la sua stanza: lasciata come era allora, avvolta da un silenzio quasi assordante, è facile immaginare il pittore seduto allo scrittoio o davanti al cavalletto a dipingere una delle sue meravigliose opere. Così come è facile immaginarlo che passeggia nei giardini, inquieto, sofferente, arrabbiato, disperato alla ricerca del suo scopo, di una conferma nel mondo dell’arte, che non è arrivata se non dopo la sua prematura scomparsa all’età di 37 anni. Per me, profonda ammiratrice di questo grande artista, è stato il giorno più emozionante e istruttivo del viaggio.

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    Andiamo a pranzo e ci dirigiamo verso Les Baux de Provence, che, posso dire a nome di tutti i miei compagni di viaggio, è stato il paese provenzale che ci ha conquistato più di tutti. Arroccato in cima ad una strada in salita, si lascia l’auto fuori dalle mura e si prosegue a piedi. E’ uno dei borghi più belli della Francia e lo abbiamo percorso lentamente, tra un negozietto di lavanda e uno di souvenir. Incantevoli viuzze lastricate e casette rinascimentali restaurate, una piccola cattedrale e una chiesetta, per finire al Castello, che domina il paesaggio circostante. 

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    Il piccolo borgo è nato in epoca celtica, ma è nel Medioevo che ha conosciuto il suo massimo sviluppo e prende il nome proprio dai signori feudali della zona, i Les Baux.Le sue vie acciottolate sono incantevoli e fanno entrare il visitatore in un’altra epoca, quella del suo massimo splendore che proseguì fino al Rinascimento: ed è proprio qui che vengono per la prima volta introdotti i principi architettonici del Rinascimento italiano.

    Il giorno seguente, visita di Avignone. Famosa per essere stata la sede momentanea del Papato nel XIV secolo, Avignone è stata trasformata grazie alle pregevoli architetture costruite in quel periodo. Il Palazzo dei Papi è il più grande palazzo gotico al mondo, dichiarato Patrimonio UNESCO. E’ stato eretto a partire dal 1309 da papa Clemente V quando abbandonò Roma provocando lo scisma del potere papale per circa 70 anni.

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    Era da tempo che desideravo visitare questo edificio, ho sempre trovato affascinante quel periodo storico e la città non ci ha delusi, nonostante fosse pieno agosto e il centro pullulava letteralmente di turisti da ogni dove. Prima di entrare noleggiamo le nostre audioguide e visitiamo le sale ormai vuote cercando di immaginare il lusso dell’epoca. La magnificenza del palazzo rende comunque l’idea di come doveva essere: adoro questi luoghi così antichi e misteriosi!

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    Ci spostiamo poi per un’escursione in un altro luogo simbolo del sud della Francia: la Camargue. Ci immergiamo in quello che sembra essere un altro mondo, paragonato alle migliaia di persone che abbiamo visto solo la mattina stessa. Qui tutto sembra essere fermo in un’altra dimensione, la natura la fa da padrona, in mezzo a panorami infiniti, acqua, prati e animali liberi e selvaggi. Iniziamo da La Capelière, un centro di informazione da cui parte un percorso adattissimo ai bambini con vari punti di osservazione del paesaggio. Qui dietro pannelli di legno e cannocchiali osserviamo i cavalli della Camargue: bellissimi, eleganti, se ne stanno tranquilli nel loro habitat, mangiano erba e trasmettono pace e serenità.

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    I bambini sono estasiati e non vogliono più andare via...sanno che osservare animali così belli, fieri e felici è un privilegio e lo vogliono assaporare fino in fondo.

    Altra tappa sono le saline Le Giraud. Un altro luogo quasi mistico. Una distesa immensa di saline e acqua dal meraviglioso colore rosa ci lascia senza parole. Davanti a noi l’infinito e un senso di libertà che poche volte ho sentito così intenso.

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    Chiudiamo la giornata visitando un centro ippico dove mia figlia e mio marito fanno una passeggiata a cavallo indimenticabile, mentre io e gli altri compiamo un’ultima esplorazione in questo splendido paesaggio.

     

    Il giorno seguente visitiamo la vicina Arles. Antica città romana, lo testimonia l’anfiteatro del II secolo dove i gladiatori combattevano tra di loro e con animali feroci, di fronte a 20.000 spettatori. L’arena è incastonata perfettamente nel centro storico, dove consumiamo una colazione deliziosa a base di cappuccio e croissant: spettacolare!

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    Passeggiamo per le viuzze immergendoci nell’epoca post-impressionista di Van Gogh: non posso fare a meno di pensare a lui, a quando camminava nelle stesse vie in cerca di ispirazione, di comprensione, di accettazione da parte del mondo dell’arte, di committenti, di mercanti. Oppure a quando conobbe Paul Gauguin, a quando affittò una casa proprio in questo paese, che amava tanto e tanto lo ispirò: qui Vincent dipinse circa 200 quadri, ma la città non ne conserva nessuno.

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    Nonostante questo, è stato creato un percorso a tappe per seguire le tracce del grande artista, a partire da alcuni suoi quadri e luoghi da lui frequentati. Noi lo abbiamo fatto ed è stato a dir poco emozionante: dalla casa gialla, ai giardini de la Maison de Santè, al famoso caffè di notte (ancora aperto e ancora giallo come lo dipinse lui). Tutto riconduce a lui, alla sua febbrile creatività, al segno indelebile lasciato in questo paese così caratteristico ma anche così unico grazie alla presenza di questo grande pittore.

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    Rimaniamo in tema artistico (come non farlo in una regione così impregnata di arte?) e nel pomeriggio visitiamo Aix En Provence, cittadina più grande ma comunque molto caratteristica, che ci accoglie con un bel temporale di benvenuto! Ci sediamo in un bar ad aspettare che smetta e intanto organizziamo le prossime visite. Il tempo ci permette però di farle il giorno seguente, quando possiamo godere a pieno della bellezza di questo posto.

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    Aix è un paese elegante, con palazzi signorili del XVII e XVIII secolo, viali alberati, fontane zampillanti. Il centro è pedonale ed è un susseguirsi di caffè all’aperto e negozi di souvenir, dove curiosiamo tra i prodotti alla lavanda di cui non siamo mai stanche! 

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    Il fulcro della nostra visita qui è però l’atelier di Cezanne, che si trova in cima ad un’altura, a circa 1 km fuori dal centro storico. Accuratamente conservato e in parte ricostruito, è un luogo molto suggestivo, immerso in un grande giardino che sembra un bosco. 

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    Qui i bambini corrono e giocano a  nascondino, all’ombra degli alberi che isolano questo posto, quasi fosse un mondo a sé. Forse l’intento era proprio questo: tenere lontano il pittore dal mondo esterno, per potersi meglio concentrare nelle sue opere. Non è difficile immaginare che ci fosse riuscito.

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    Lasciamo questo posto così intriso di magia e ci dirigiamo verso l’ultimo dei borghi che visiteremo in Provenza: Bonnieux. Scopriamo un affascinante villaggio di epoca medievale arroccato e perfettamente conservato. Troviamo pochi turisti, nonostante la sua fama e percorriamo il labirinto di vicoli e scale su più livelli praticamente da soli. Ci godiamo il silenzio che ci regala e arrivati in cima, ci godiamo il paesaggio stupendo che ci circonda, quasi a volerci salutare.

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    Ripartiamo con la pace nel cuore, per i paesini piccoli e così tranquilli, per l’arte che abbiamo ammirato e in cui ci siamo immersi, per la natura selvaggia della Camargue e per il profumo intenso della lavanda, che sembra averci aspettato fino ad agosto, per lasciarci un ricordo ancora più intenso della sua bellezza.


    Dove dormire in Provenza:

    Noi ci siamo spostati quasi ogni notte, appoggiandoci ad una catena alberghiera francese, molto economica e allo stesso tempo ben fornita di tutto: IBIS BUDGET HOTELS. Le camere non sono grandissime, ma hanno bagno privato e sono dotate di tutto il necessario (compreso check-in automatico con codice apriporta in caso di arrivo in serata). Gli hotels non sono mai centrali ma avendo l'auto non abbiamo avuto problemi. Puliti e moderni, consigliati a famiglie che non vogliono spendere troppo ed avere tutti i comfort.